Le notizie dell’ultime ore
a cura di Redazione di Lamezia 3.0
Attualità – 07/05/2021
IL DEGRADO DI PIAZZA MAZZINI
Area centrale e storica della città lametina più nota come Piazza d’Armi
di Redazione
Anni fa l’amministrazione comunale lametina, in preda ad un raptus di rinnovamento decise di cambiare i connotati alla piazza storica della città. L’immagine che ne venne fuori, con tutto il rispetto per il redattore del progetto, non credo abbia suscitato mai gli entusiasmi dei cittadini, anzi ancora oggi ci si chiede che cosa di significato abbia quel bussolotto metallico dall’apparenza usufruibile come una immensa voliera. Certo sarà una nostra “manchevolezza”, però da Piazza d’Armi che ha visto le grandi adunate dei nostri avi guerrieri, ritrovarci a contemplare – mi si perdoni la schiettezza – una stia per polli o una voliera per rare specie avicole, ne corre…specialmente se a tutto ciò aggiungiamo il pesante stato di degrado denunciato dal già consigliere comunale Antonietta D’Amico,della quale pubblichiamo un sunto delle “disfunzioni” puntualmente segnalate alla triade commissariale ed a quel che resta dei responsabili degli uffici comunali.
È stata protocollata ieri, lunedì 3 maggio, ai Commissari Prefettizi del comune di Lamezia Terme, una “richiesta di intervento urgente di manutenzione” per Piazza Mazzini (già Piazza D’Armi) da parte della dottoressa Antonietta D’Amico, già consigliere comunale. Una lettera – dichiara la D’Amico – che nasce dal desidero, nelle vesti di una comune cittadina, di sottoporre alla appropriata attenzione e costante controllo, un’area centrale e storica della nostra città.
Lo stato di degrado ed abbandono in cui versa da tempo, la sopradetta area di Piazza Mazzini (già Piazza D’Armi, è purtroppo ormai noto e sotto gli occhi di tutti. Quando rivestivo la carica di consigliere comunale – scrive nella lettera la dottoressa D’Amico – mesi fa, insieme alla Collega, presidente della commissione delle Attività produttive, Avv. Anna Caruso, mi mobilitai proprio organizzare un sopralluogo, al quale parteciparono molti consiglieri di maggioranza ed opposizione, per constatare proprio, (come se ce ne fosse ulteriore bisogno?!) lo stato dei luoghi, ed ascoltare le voci indignate, ma soprattutto stanche e senza speranza, di chi vive e lavora lì. Da quell’incontro si programmarono una serie di interventi, che oltre ad una tardiva – e permettetemi di dire anche “ridicola” potatura di qualche albero – non ha portato a nulla, lasciando tutte le problematiche emerse ancora irrisolte e immutate!
Tralasciando lo scempio architettonico che ne ha indiscutibilmente massacrato la storicità, la viabilità ed il commercio dell’intera area, la questione ora, è diventata più impellente. Questa mia lettera vuole essere un campanello d’allarme per la commissione straordinaria, al momento a capo della amministrazione della città, e gli uffici interessati, affinché rivolgano alla questione, la giusta ed urgente attenzione.
Ad oggi, l’area in questione, non può più essere oggetto di continue sollecitazioni straordinarie, ma di una importante e costante manutenzione ordinaria della piazza e delle vie e spazi ad essa (come Piazza Santa Maria), oramai divenuti luogo di ogni forma di degrado (delinquenza, bivacco, spaccio e prostituzione).
Sono state più volte sollecitate la pulizia della piazza, la potatura degli alberi e la sistemazione dell’impianto di illuminazione (basterebbe infatti potare alcuni degli alberi e cambiare delle lampadine), già solo per renderla meno pericolosa e meno mal frequentata.
La condizione igienico-sanitaria è di completo abbandono: questo certamente, per mancanza di senso civico da parte di chi la frequenta, ma purtroppo, e cosa ancora più grave, per “carente” interesse da parte di chi debba occuparsene.
La piazza che non ha nulla da invidiare alle più belle piazze d’Italia, potrebbe essere un “salotto verde” in pieno centro storico, ma è invece ridotta ad una latrina a cielo aperto, mangiatoia per uccelli e topi, e wc pubblico.
Non voglio – sottolinea nella lettera – dare indicazioni sul come e quando fare ma, chiedo che vengano vagliate le istanze riportate nel dettaglio nella richiesta da me protocollata, e non lasciarne inascoltato l’urlo di indignazione ed urgenza sociale.