Langue il centrosinistra mentre il centrodestra già pregusta la gioia della vittoria alle prossime elezioni regionali. Irto rinuncia alla candidatura: in questo medioevo politico non mi candido
Lettera aperta
all’on. Enrico Letta
Segretario Nazionale del Pd
Leggo ed ascolto con molto interesse il nuovo “vangelo” che va predicando per la salvezza della nostra repubblica la cui democrazia, a 75 anni dalla sua nascita, scricchiola sinistramente. Non sto ad elencare tutti i mali di cui essa soffre perché a tutti noti e comunque quanto avvenuto nel consiglio superiore della Magistratura la dice lunga su tutte quelle che sono le “disfunzioni” che gli italiani stanno subendo nel completo disinteresse di una classe politica sempre più lontana dai suoi danti causa.
Non bastano, al suo capezzale, Mattarella e Draghi perché sono venute meno le premesse per le quali questa repubblica da vagheggiato “caso esemplare” è divenuta invece un complicatissimo “caso da analizzare”.
E questa non è solo una sensazione o carenza di autostima o ossessionante retorica del declino bensì la constatazione, guardando al presente, che poco o niente è cambiato, negli ultimi venticinque anni, nei modi e nella pratica politica.
Ma non c’è bisogno della zingara per indovinare la sorte…recita un antico adagio diffuso nel meridione della nostra penisola, quello che sta pagando il prezzo più alto della crisi in cui versa la democrazia proprio a causa dei partiti che non rappresentano più i loro danti causa. Prova ne è la bassa percentuale dei votanti che si assottiglia sempre più in ogni competizione elettorale, segnando un distacco che non ha precedenti.
Apprendo a tal proposito che Ella considera, tra l’altro, un piatto forte del suo segretariato le Agorà democratiche fondate sull’uso di una piattaforma digitale – da luglio in avanti – che consentirà la partecipazione di migliaia di persone per discutere sul futuro dei partiti che “vivono momenti di gravi difficoltà”.
Dati i precedenti della piattaforma Russeau, non mi pare che sia questa la strada giusta per colmare il baratro profondo esistente tra la base ed i vertici del partito da Lei rappresentato, né tantomeno ritengo valido l’utilizzo del commissariamento di “lungo corso” adottato, per esempio, in Calabria da sempre una regione di tutto rispetto per il Suo partito in tutte le sue passate e recenti declinazioni, ed ora invece territorio ove sembra che le decisioni politiche ubbidiscano ai desideri personali di consoli e proconsoli del luogo.
Pertanto è del tutto conseguenziale il dissolvimento del Pd e la marcia trionfale del centrodestra alle prossime competizioni regionali, come avvenuto in quelle scorse quando gli avveduti organi centrali del Pd giocarono sul tavolo la candidatura dell’ignaro Callipo, nelle vesti più di Danilo nella fossa dei leoni che in quelle di gladiatore.
A tal proposito a Lamezia Terme, da sempre una roccaforte della sinistra che ha sempre avuto i suoi rappresentanti sia al senato che alla camera dei deputati, nonché alla guida della regione e nel parlamentino, si respira tra i fedelissimi pieddini aria di rivolta per effetto “delle modalità di gestione del partito locale commissariato con il compiacimento ed il controllo dell’on. Stefano Graziano e l’accondiscendente silenzio degli organi di garanzia”.
Sicuramente, on. Letta, in questo momento la Calabria è l’ultimo dei suoi pensieri così come è stato anche per i suoi predecessori, però questo territorio ha bisogno di avere un cambio di passo, specialmente se si considera la pochezza del centrodestra per come ha “amministrato” nei primi mesi del suo insediamento, per come sta amministrando ora con l’on. Spirlì non facente alcuna funzione e con un parlamentino il cui solo pensiero è stato il ripristino del vitalizio, ed infine non dimenticando gli episodi su cui dovrà pronunciarsi la magistratura.
NelI’assenza di una alternativa credibile di centrosinistra, il centro destra sta già pregustando la gioia della vittoria alle prossime elezioni schierando sempre quei noti personaggi della politica regionale che hanno contribuito, non soli in verità, a provocare il rigetto della politica di quasi metà dell’elettorato calabrese che diserta le urne.
Giovedì prossimo l’on. Francesco Boccia, responsabile nazionale degli enti locali arriverà in Calabria per valutare la situazione e capire quali sono le strade percorribili per arrivare al ripristino dell’agibilità democratica del Pd in tutto il territorio. Voglia il cielo che si scriva la parola fine ad una gestione che è poca cosa definire nebulosa, tant’è che Nicola Irto non ha avuto alcuna esitazione nel dichiarare “in questo medioevo politico non mi candido”.
Il tempo per agire è tiranno però non si può andare avanti con la convinzione che la Calabria sia terra di nessuno.
Le auguro, on. Letta, di riuscire ad attuare tutti i suoi programmi e nella speranza che questa nostra terra non venga ancora considerata zavorra o merce di scambio, le invio speranzosi, cordiali saluti.