Quanto sta accadendo nell’ospedale lametino ha veramente dell’incredibile in quanto le istituzioni regionali agiscono senza tener conto dei servizi sanitari da erogare ad una città poveretta, ma pur sempre la quarta della Calabria. Anche quelle comunali, però, cincischiano ed invece di contrastare le scelte operate in nome di una riforma sanitaria senza testa nè piedi, preferiscono giocare a cavacecio.
In ossequio al decreto nr. 18 del 2010, a firma di Scopelliti, attuato dal dg. Mancuso, avallato da Talarico, sponsor di Mancuso e sodale dell’enfant prodige, anche la Neonatalogia -Tin ed il centro trasfusionale sono in via di trasferimento.
Dopo 4 anni di gestione “mancusiana” (con tutto il rispetto, presuntuoso definirla tale) il nostro ospedale ha subito drastiche riduzione di posti letto e di specialità: allo stato le carenze più significative si registrano nei reparti Otorino, Oculistica e terapia intensiva neonatale, mentre altri reparti, pur previsti, non sono stati attivati come la Neurologia. Ma Il dg. Mancuso ha fatto di più che smantellare; ha, infatti dirottato risorse verso altri nosocomi, per esempio Soverato, ove ha mantenuto aperti reparti non previsti come la pediatria e la ostetricia.
Ora è di turno il Servizio Trasfusionale del quale l’ex nostro solerte dg. aveva già pianificato la fine abolendo il posto di primario, non provvedendo ad acquistare le strumentazioni necessarie e non attuando le modifiche alle strutture dei locali. Non può accadere che al centro prelievi, in attesa del proprio turno, non ci si possa sedere o che si aspettino nove mesi per un doppler.
Beh, i lametini han perduto la pazienza e, poiché le istituzioni cittadine sono impegnate in altre vicende,ed il commissario Pezzi sembra abbia da pelare altre gatte, ma non quella lametina, i comitati spontanei per la difesa dei diritti del cittadino e dei malati, a fronte dell’ insostenibile situazione, stanno valutando diverse forme di protesta.
E’ conseguenziale che i lametini daranno un segnale forte alle prossime elezioni regionali, non accordando sostegno e consensi a quei partiti e candidati responsabili dell’attuale stato di cose, ma anche a coloro i quali, candidati, non si impegnano nella difesa sacrosanta dei diritti dei lametini.