Cerchiamo di capire nella maniera più semplice e chiara possibile la “questione Regione Calabria ” che i grandi giornali in questi giorni stanno analizzando attraverso i ritratti dei quattro candidati alla Presidenza ed un elenco sterminato dei nostri problemi atavici.
Riporto come esempio (mi scuso per la lunghezza) quanto scrivono su “Repubblica” Alessia Candito e Giuseppe Smorto (Amministrative Calabria: Sanità, fondi Ue, criminalità, difesa del territorio. Ecco su cosa si decide il futuro della Regione,19 Settembre 2021):
“Sanità, occupazione, acqua, rifiuti, gli incendi di questa estate: la Calabria è al buio. L’incrocio fra il malgoverno e i poteri criminali, condito da una disattenzione della politica nazionale, ha accresciuto – come ha ammesso lo stesso vicesegretario Pd Provenzano – le disuguaglianze. Se a Reggio Calabria ci sono tre asili nido e a Reggio Emilia 30, vuol dire che il Paese ha girato lo sguardo dall’altra parte. La regione perde 15.000 abitanti l’anno, secondo un’indagine Agape otto diplomati su 10 se ne vogliono andare. L’agenda del futuro presidente è già fatta: ripristinare o garantire i servizi primari, creare infrastrutture sociali e non solo grandi opere, ricordarsi della Costituzione, per esempio quell’articolo 32 sul diritto alla Salute. Dove un commissariamento decennale ha solo prodotto tagli dissennati…Certo, la Calabria è fatta a macchie: Tropea e Scilla sono ancora affollate, è stata una estate da tutto esaurito, festival e sagre. Le file davanti ai Bronzi facevano il giro dell’isolato, ma a Crotone hanno dovuto scegliere se dare l’acqua ai contadini o ai villaggi turistici. Perché la Calabria spreca il 55% delle sue risorse idriche. I quindicimila ettari bruciati in Aspromonte hanno allontanato i trekker e i villeggianti, tolto il respiro ai paesi, è mancato ancora una volta il controllo del territorio: l’entroterra della quinta regione boschiva d’Italia è stato abbandonato al suo destino, anche se popolato da un milione di persone. Le solite due Italie, ma forse le Calabrie sono ancora di più. Soltanto che avranno un unico presidente: governerà dallo Stretto al Pollino, fanno tre ore in auto o 4 di treno (quando va bene)“.
Posso fare adesso un paragone calcistico, tanto per cambiare? Però lo faccio perché è l’unico modo di intendersi subito con tutti. Se una squadra di calcio sta andando male e perde sempre (come la Calabria), vi immaginate che il nuovo allenatore si metta, davanti ai suoi tifosi, a discettare di strategie, moduli tattici (giocherò col 4-2-3-1), preparazione atletica, match analist, impegno, determinazione coraggio e cinismo?
Qualsiasi tifoso stopperebbe queste astrattezze e gli chiederebbe: scusa, ma se siamo senza centravanti, il portiere ha gli occhiali, i terzini le stampelle, il centrocampo non corre né pensa, ma dove vuoi andare con questi giocatori, con questa rosa? Quale centravanti comprerai, quale ala tornante?
Eppure la politica a noi elettori si mostra così, con dotte o scotte analisi delle problematiche regionali e possibili soluzioni tattiche. Su chi concretamente poi tali soluzioni debba realizzarle non si dice nulla, ma solamente perché ai nomi dei giocatori il vincitore ci penserà dopo e prenderà tutte le schiappe che gli pro-pongono (Chi pro-pone? Ecco la questione cruciale).
Negli Stati Uniti ogni aspirante Presidente prima delle elezioni indica la sua squadra nome per nome, dal suo vice al segretario di Stato al portavoce, ed è a tutti noto il capo, l’organizzatore, la mente della sua campagna elettorale. In Italia abbiamo adottato il nome “Governatore” per il presidente della Regione ma la campagna elettorale (fanno testo i dibattiti televisivi) è un lungo estenuante profluvio di parole che contengono promesse irrealizzabili, ignoranza dei dossier, luoghi comuni, banalità e indeterminatezze.
Insomma l’elettore è subissato da parole vuote o astratte e soltanto qualche indiscrezione giornalistica (spesso maligna o maliziosa) allude a patti segreti, alleanze con questo o quello, a registi occulti o manovratori nell’ombra. Se il problema è la sanità, non sarebbe preferibile conoscere prima il nome dell’assessore e dei dirigenti, piuttosto che improbabili ed avveniristiche soluzioni? E così via, per ciascun problema, dal mare sporco al turismo, dall’acqua ai rifiuti, dagli incendi alle infrastrutture. Sarebbe utile e necessario, per i calabresi, sapere chi si occuperà di ciascun dossier, tanto più se il prescelto avesse un curriculum qualificato, esperienze pregresse, insomma competenze per rassicurare tutti.
E invece il silenzio tombale, ma soltanto perché non hanno la minima idea di chi potrebbe essere il Mr. Wolf del film di Tarantino, il risolvi problema. “In questo scenario”, scrivono su Repubblica, ” rischia di consumarsi l’ennesimo harakiri del centrosinistra, mentre la destra si presenta unita”. Se fosse questo a preoccuparci, a penalizzare la Calabria, potremmo farcene una ragione. Il fatto è che conosciamo invece uno per uno i nostri problemi e non abbiamo la minima idea di chi potrebbe affrontarli.
“Le persone serie/ che non raccontano storie/le han mandate in ferie” cantava tanti anni fa Celentano in “Mondo in mi settima”. E pertanto cercasi disperatamente persone in grado di aiutare questa Calabria, per porre fine a quello che abbiamo visto sui nostri televisori durante l’ultima legislatura. Dirigenti senza arte né parte che comparivano dagli uffici della Regione davanti al giornalista e candidamente ammettevano di non sapere nulla di nulla; voci che si udivano da lontano per rimproverare il povero commissario alla Sanità: te l’ho detto che prima di parlare ti devi preparare.
Lo scorso 2 aprile il grande Spirlì ha dichiarato: “La Calabria è uno scenario meraviglioso, una custode di luoghi che lasciano senza fiato e che sono un inno alla bellezza. Con questo intervento verranno favorite produzioni di grande rilievo artistico e culturale che non potranno fare altro che accrescere la bellezza e il fascino di una terra che ha un ineludibile bisogno di raccontarsi al mondo, e di raccontarsi in modo diverso rispetto al passato“.
Si riferiva all’approvazione della graduatoria provvisoria per la realizzazione di attività artistiche e culturali con particolare riferimento agli eventi caratterizzati dalla capacità di valorizzare i luoghi della cultura ed attrarre flussi di visitatori e turisti. Un investimento di 2 milioni di euro. Ecco, in estrema sintesi, cos’è la Regione, una ricca dispensatrice di soldi.
Quale abilità e merito sono necessari per spendere?