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UNA LEZIONE DI VITA: THE CROWN CI SPIEGA L’IMPORTANZA DELL’ÉLITE
Ho sentito Travaglio sbeffeggiare Draghi chiamandolo “Maria Antonietta Mario Draghi”. Che c’entra questa allusione all’ultima Regina di Francia, la regina delle brioches, che morì ghigliottinata? E’ sicuro che Travaglio non ha ancora visto una serie tv, The Crown (su Netflix), che racconta la storia della regina Elisabetta dal 1947 agli inizi del XXI secolo.

Una serie, magnifica opera del drammaturgo Peter Morgan, che potete cominciare a vedere dalla IV stagione o da quella che vi pare. Perché? Perché racconta storie e personaggi che conosciamo e sui quali pensiamo di sapere (quasi) tutto.
Invece, ecco la grandezza dell’invenzione artistica, vi accorgerete di non sapere nulla di nulla, come Travaglio.
The Crown è l’esatto contrario degli sceneggiati italiani, quei santini che di tanto in tanto si fanno ai personaggi pubblici, chessò a Mia Martini o Rino Gaetano, Nilde Iotti o Enrico Piaggio.
E’ imperdibile perché scava dentro alcuni personaggi pubblici e storici mettendone a nudo l’anima, così facendo ti fornisce uno sguardo dall’alto (non del singolo alberello verde, capirete il particolare vedendola) e ti consente di riflettere bene sulla storia contemporanea che per comodità definisco quella del populismo e sovranismo a cui i travaglini sono molto affezionati.
Cosa c’entra una serie sulla monarchia inglese con Trump o i 5Stelle e Salvini? C’entra perché anche gli inglesi sono un popolo, come noi, organizzati intorno al parlamento. Votano e scelgono il premier il quale il giorno dopo le elezioni entra al n. 10 di Downing Street e si sceglie i ministri.
Ogni settimana informa la regina sulla situazione ma ella non si mischia con la politica, solo che ama i sudditi e viene riamata, sennò l’avrebbero cacciata da tempo (come i travaglini vorrebbero che avvenisse presto con Draghi).
Come si vede, il sistema inglese è meno complicato che da noi, solo che sia loro che noi non sappiamo più cosa sia l’élite.
Cosa sia l’élite ce lo spiega la Treccani: «L’insieme delle persone considerate le più colte e autorevoli in un determinato gruppo sociale, e dotate quindi di maggiore prestigio». L’élite è formata dai migliori.
Nella IV stagione ci sono due opposti costretti ad incontrarsi (la Regina e la Tatcher; Carlo e Diana) che sono appunto élite e contro-élite. Sotto un altro aspetto, vediamo come l’aristocrazia sia stata soppiantata dalla borghesia e come i borghesi abbiano lasciato il posto all’uomo della strada.
Ora, in questo momento storico sembra che l’èlite sia da considerarsi il male peggiore di ogni società. Non se ne riconosce più l’importanza.
Infatti, se uno pensa: che non esistono più i migliori, che in democrazia 1 vale 1 (sempre, anche al di là del voto), che ogni re è un simbolo del passato, che tutti possono essere classe dirigente, che i parlamentari possono essere sorteggiati, che la direzione di un’Asl possa essere fatta da chiunque o da un comitato, che la scienza sia un imbroglio e i vaccini non vanno fatti, che la terra è piatta ed è tutto un complotto della finanza mondiale e del neoliberismo… se uno pensa tutto questo allora certamente non crede che in ogni società ci sia un gruppo di persone colte ed autorevoli.
Noi italiani, come gli inglesi, non abbiamo più una classe dirigente perché crediamo che l’élite non ci serva più e che tutti possono fare tutto.
L’élite è stata sostituita dal “chiunquismo”: tutti possono cantare, recitare, dipingere, scrivere, dirigere la Fiat, presiedere il governo. Basta guardare di tanto in tanto la tv e il concetto è comprensibilissimo per tutti.
Vedendo The crown capisci invece quanto per un popolo sia essenziale essere diretti, ogni giorno ma soprattutto nei momenti difficili e terribili, da un Winston Churchill in tempo di guerra, o da una giovane regina di 25 anni che regna dopo suo padre.
Questi personaggi speciali(per comodità li ho definiti élite) che passano alla Storia, che cosa hanno in comune?
The Crown lo spiega in tre parole: hanno l’essenza del dovere.
Quando nella fiction Elisabetta spiega ai suoi 4 figli che da quando è diventata regina ha smesso di essere la loro madre per diventare la madre di tutti gli inglesi; quando il marito Filippo finalmente capisce che lui non è più un militare e un farfallone ma solo il “marito della regina”, lo spettatore capisce cosa significhi “essere più realisti di un re”.
La differenza tra personee personaggi, dicotomia che i media hanno allargato sino al limite più impensabile, noi italiani che abbiamo avuto Pirandello con le sue maschere dovremmo capirla. E invece no, vedo tante persone intelligenti e acute in giro (magari ancora convinte che un giorno vivremo in una società senza classi e saremo tutti uguali) le quali non capiscono più il valore delle Istituzioni, dei simboli, del carisma, del prestigio. L’importanza dei migliori.
Nel 2021 pensiamo di poter fare a meno dei personaggi e che bastino le persone.
Invece no, i personaggi hanno l’essenza del dovere, le persone pensano a se stesse. In un mondo pieno di diritti non sappiamo più cosa sia l’essenza del dovere che Elisabetta declinava in: sono al tuo servizio.
Non lo capiscono più, ecco cosa spiega la serie, neppure i figli della regina, figuriamoci se possono capirlo gli intellettuali italiani. Elisabetta salì al trono perché lo zio Edoardo VIII abdicò volendo sposare Wallis Simpson. Abdicò per amore, si dice. No, abdicò perché non sopportava il peso del dovere. Fece prevalere il suo “privato”. Oggi anche i figli e i nipoti della regina, come fece Edoardo, vogliono farsi valere come persone, ma sul trono devono salirci personaggi, e anche al governo dovremmo averli.
Al contrario mandiamo sprovveduti a fare i ministri, o il capo del governo, perché pensiamo che la democrazia sia il trionfo dell’uomo comune. E magari è anche così, fino a quando si vivono stagioni normali. Ma quando c’è una guerra, o ci sono situazioni straordinarie, le persone normali le accantoni e chiami Personaggi, come abbiamo fatto noi in tempi diversi con Amato, poi con Ciampi, con Monti, ora con Draghi. Perché uno può magari ottenere il Potere ma avere l’Autorità è un’altra cosa.
Le persone vogliono aver successo ma non sono al servizio di nessuno se non di loro stessi. I personaggi sono invece sempre civil servant.
Vedendo The Crown si può capire, finalmente nel 2021, che non puoi andare dietro al popolo ma al contrario il popolo lo devi saper guidare. E per guidarlo hai bisogno dell’élite, di istituzioni guidate dall’élite. E se sei classe dirigente hai dei doveri. Gente come Ciampi, Pertini, Draghi, ecco la nostra élite. Quando per entrare in Europa abbiamo avuto bisogno di Ciampi in tanti dissero: che schifo, è un tecnico. Sono gli stessi che disprezzano Draghi definendolo tecnocrate o Maria Antonietta.
Noi invece abbiamo ancora bisogno dei migliori, gli uomini presi dalla strada non ci portano da nessuna parte, prima comprenderemo questo concetto, prima ci salveremo. E se il popolo nelle urne non sa votare i migliori, preferisce rompere il vaso e portarsi a casa i cocci.