Il 26 novembre si poteva leggere sul Corriere un acuto intervento di Galli della Loggia (I partiti persi nel mare delle parole) e subito dopo guardare un video (presto rimosso dalla pagina social dei democrat) che riprendeva la rissa scoppiata all’assemblea provinciale del pd cosentino. Dal momento che tale video non è stato ripreso dalla stampa nazionale e dunque Letta continuerà ad ignorarlo (solo Boccia ha detto qualche parola di circostanza) così come l’opinione pubblica nazionale, si è persa una grande occasione per aggiornare l’analisi di Galli della Loggia. Questi afferma che i “partiti oggi sono perlopiù dei gusci vuoti, quasi delle pure sigle… i loro programmi consistono al massimo in vaghe enunciazioni di una sfilza di cose da fare.
Sempre buttate giù alla bell’e meglio, senza alcuna priorità, senza indicazioni di fattibilità, di tempi, di costi. Nella loro vaghezza le richieste programmatiche dei vari partiti tendono così ad apparire (ed essere) pressoché tutte eguali e tutte inservibili”.
Magari fosse così, magari avessimo soltanto un dibattito parolaio come quello che ogni giorno ci rimandano le televisioni con dei personaggi televisivi (giornalisti, scienziati, politici, nani, ballerine, idioti) che svolgono in pubblico il loro nuovo mestiere. Non è così perché i partiti oltre al bla bla bla quotidiano sono anche diventati dei comitati elettorali. E’ stata precisamente questa espressione pronunciata dall’avv. Italo Reale a Cosenza nella sala degli Specchi a fungere da detonatore della rissa.
Per chi non avesse visto il video, lo riassumo brevemente. (Il quotidiano del sud 26/11/202, Massimo Clausi) Il Pd cosentino si aspettava una riflessione sulla vittoria dopo 11 anni alle amministrative di Cosenza o, al limite, una critica sulla strategia che ha portato il Pd al deludente risultato delle regionali. Invece il commissario regionale del partito, Stefano Graziano, si è presentato all’appuntamento con il responsabile del tesseramento Italo Reale. Reale ha cominciato dicendo che il Pd oggi a Lamezia ha gli stessi voti che aveva negli anni ’70 Democrazia proletaria. Ciò è dovuto all’involuzione del partito trasformatosi in comitato elettorale di questo o di quello. Subito dal fondo della sala ha rimbombato il vocione di Nicola Adamo che ha iniziato ad urlare “vergogna” all’indirizzo di Reale. “Abbi rispetto di questa città e di questo partito, non sei a Sambiase”. Si noti subito come non sia stata tirata in ballo la nostra Lamezia ma una parte per il tutto, usando il senso più dispregiativo. Reale, che in questi frangenti ha saputo mantenere una invidiabile calma, ha invitato Adamo a non sentirsi chiamato in causa. Ma a questo punto sulla scena sono apparsi i fedelissimi di Adamo: prima il neo assessore di Cosenza, Damiano Covelli, che si è scagliato verbalmente ma con veemenza verso il commissario Graziano accusandolo di aver portato un provocatore in sala. Poi Raffaele Zuccarelli, stretto collaboratore dell’ex vicepresidente della giunta regionale, ha tentato addirittura di allontanare fisicamente Reale dal microfono dal quale stava svolgendo il suo intervento. L’inner circle di Adamo ha messo in discussione la legittimità del ruolo del presidente della commissione per il tesseramento. Il clima esasperato non ha comunque nascosto comportamenti che non appartengono al dibattito politico ma alla malavita.
Quando Damiano Covelli si è scagliato contro il segretario Graziano ha adoperato una frase tipica dei calabresi malandrini: “qui “Oh” lo dico solo io, e tu stai zitto”. La traduzione letterale potrebbe essere: qui comandiamo noi e tu non sei nessuno, perciò stai zitto che è meglio per te. Infatti Graziano, il quale qualcuno sussurra che vorrebbe solo rimanere commissario per cui se i congressi non si fanno per lui è meglio, non è apparso un cuor di leone.
Qui comandiamo noi, caro Reale, non sei a Sambiase (ma a Sambiase anche Adamo e signora sanno bene chi comanda), per cui un Raffaele Zuccarelli è passato a vie di fatto allontanando fisicamente il sempre più sconvolto Italo Reale. La numerosa platea osservava inerme la violenza della situazione, a Cosenza si sa chi comanda nel Pd e adesso che il nuovo sindaco è Franz Caruso è tornato a farsi rivedere Adamo. Cosa vuole questo signore? E’ semplice, alle prossime politiche vuole un posto per la consorte Enza Bruno Bossio. Chi sono i suoi luogotenenti che si sono messi in luce? Damiano Covelli lo ha sistemato all’Università mentre Raffaele Zuccarelli, da sempre un tuttofare a suo servizio, è niente meno che il nuovo assessore comunale ai lavori pubblici. Insomma, se qualcuno voleva tramandare ai posteri una fotografia (o un video, meglio) del dibattito politico calabrese, da Cosenza, città moderna e che esprime il nuovo presidente della Regione, è venuto un documento storico. Immaginate il clima in altre città e paesi calabresi dove quelli che detengono i voti o sanno come procurarseli hanno fatto del Pd uno strumento del loro potere e delle loro necessità. Stiamo parlando di un partito che ancora si sforza di avere una struttura centrale democratica, che intende far svolgere i congressi per stabilire la linea politica. Metodologia ormai abbandonata e da tempo da tutti gli altri partiti, come sin dalle origini ha fatto il partito personale di Berlusconi o quello di Grillo, quello di Salvini o quello della Meloni.
Ecco cosa c’è dietro l’astensionismo calabrese che spesso e volentieri viene criticato come fosse la causa e non l’effetto della rissa di cui stiamo parlando. I partiti comitati elettorali sono infatti organismi che hanno un unico scopo, procurarsi i voti. Sono come fabbriche che debbono procurarsi la materia prima, per cui l’intero ciclo di lavorazione vien svolto in vista delle elezioni. La vita dei partiti è scandita dagli appuntamenti elettorali e negli intervalli si scelgono via via le candidature. I partiti non hanno programmi né obiettivi, non suscitano speranze né mobilitano le coscienze, a questo provvedono col bla bla i personaggi televisivi, come dicevo, il loro compito è trovare voti e individuare i candidati.
A Cosenza il problema del Pd di fine 2021 è come presentare Enza Bruno Bossio quando ci saranno le politiche, evitando che il rinnovamento e la riduzione dei parlamentari la facciano fuori. E’ tutto qui, e qualcuno mi deve spiegare con calma per quale ragione una persona seria dovrebbe perder tempo con queste beghe, appetiti, con questa malavita. Per chi lavora ed è fortunato di averlo in Calabria un lavoro, l’unica ambizione è quella di saper far bene il proprio lavoro.
Per la Politica verranno di certo tempi migliori ma noi non li vedremo.