Vai al contenuto

LA VOCE DELLA CITTA’
Le notizie dell’ultime ore
a cura di Redazione di Lamezia 3.0
Attualità – 07/12/2021 

PD IL PARTITO CHE NON C’E   
di Emilio Vescio

L’art. 49 della Costituzione così recita: “Tutti i cittadini hanno diritto ad associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Era il 1947.
Col nascere dei partiti, quelli con la “P” maiuscola s’intende, si eleggeva il “gruppo dirigente”, formato da uomini competenti e capaci, cui era demandato il compito di suggerire la linea politica da utilizzare in quel determinato periodo storico. E tutto ruotava e si concretizzava su quella ben precisa e mirata linea politica. Si ascoltavano le tesi sostenute dai vari componenti, ci si confrontava, a volte anche con toni meno pacati ma mai volgari, e alla fine si adottava la strategia migliore per poi sottoporla, per l’approvazione, alla base. E questo succedeva per qualsivoglia problematica. Insomma non si nascondeva nulla, si operava sempre e comunque per il bene comune rispettando le aspettative degli elettori iscritti e senza minimamente discostarsi dal programma elettorale precedentemente condiviso ed approvato dalla base. Erano queste le regole cui ci si doveva attenere.
Oggi, purtroppo, il gruppo dirigente viene determinato dai “cofanetti” di voti e quasi sempre i “prescelti” non sono all’altezza del compito loro affidato. Sono bravi, però, a rappresentare e a parlare in nome di… senza comprendere una parola di quello che dicono. Tanto il discorso è ben remunerato! In sostanza, più voti hai più comandi.
La deriva dei partiti dipende proprio da questo malsano modo di fare. Nelle decisioni da prendere non c’è più chiarezza, solo convenienza. E la troppa e costante conflittualità interna, dovuta quasi sempre a ben “concimare” l’orticello del “qualunque”, produce disastri insanabili. Dov’è il buon vecchio e chiaro dibattito? Utopia!
Può un pacato intervento su una reale e dimostrabile circostanza accaduta, scatenare una rissa chiassosa, indecente e volgare? Purtroppo si! È quanto accaduto a Cosenza in una recente riunione del PD calabrese, presenti il commissario regionale Stefano Graziano e il lametino Italo Reale. Comportamenti assolutamente sconvenienti, in questa riunione, da parte di chi, ahimè, detiene il “cofanetto” di voti. E non è la prima volta. Partito, quindi, sinonimo di comitato elettorale. Un panorama variegato, quello del PD calabrese, che indigna e provoca nostalgia e tanta frustrazione. Totale mancanza di senso etico e civico, menefreghismo imperante, poca attenzione al bene comune, politica incolore e senza scrupoli, sono le cause principali che costringono gli iscritti onesti a disertare sempre più il partito. E fra questi ci sono tante persone che potrebbero dare lustro al partito. Peccato che la corrente degli onesti non possiede i “cofanetti”. Ecco perché il partito è in coma irreversibile.
Se è vero, come molti sostengono, che ci sono tante energie che potrebbero ridisegnare nuovi percorsi politici cerchiamo di dare loro un sostegno, attivo e fattivo, ripartendo da un “modus operandi”, scevro da compromessi ed idoneo al superamento dei famigerati “cofanetti” che hanno il magico potere di zittire, sempre e comunque, gli altri.
Dobbiamo agire, essere conseguenziali. Ricominciamo a parlare e sostenere chi merita. Tracciamo, insomma, una nuova strada per l’affermazione di una politica vera, sana e onesta.