Riguardano la popolazione lametina e la provincia di Catanzaro. Dovrebbero far riflettere chi ci governa e tutti noi altri.
08 gennaio 2022 – attualità
REDDITI IRPEF LAMEZIA TERME
70.891 cittadini in totale, tra cui gli stranieri residenti al 1° gennaio 2021 sono 4.905 e rappresentano il 7,3% della popolazione residente. Di questi, il 55,2%, cioè 39.158, dichiarano redditi Irpef.
Ben 31.733 cittadini non dichiarano nulla e non si sa come campano. La metà che dichiara redditi invece in media dichiara di vivere con 16mila euro all’anno, che sono 1363 euro al mese. Essendo lordi, sono inattendibili ma tuttavia sono superiori alla media della provincia che è di 15.906. Nel 2012, il reddito disponibile pro capite delle famiglie consumatrici, nella provincia di Catanzaro, è risultato pari a 13.321 euro (-2,6% rispetto al 2009).
Guarda caso un pensionato con reddito di 16.000 euro ha una pensione di 1.000 euro al mese per 13 mensilità. Quindi la media dei redditi lametini corrisponde più o meno a quella dei pensionati.
Per capire di cosa stiamo parlando si pensi che un reddito lavorativo di 59.000 euro significa uno stipendio netto di 3.000 euro al mese per 13 mensilità. Un reddito di 36.000 euro significa uno stipendio netto di 1.998 euro al mese per 13 mensilità. Un reddito di 21.000 euro vuol dire uno stipendio netto di 1.283 euro al mese per 13 mensilità.
Il reddito imponibile ai fini dell’addizionale comunale IRPEF nei comuni calabresi è pari a 20,46 mila in media (nel 2006 era 16,79), oltre 4mila euro in meno rispetto al dato Paese (24,81). Il reddito medio per contribuente più elevato a livello territoriale si rileva nei comuni della provincia di Catanzaro (21.501). I comuni della provincia di Crotone e Vibo Valentia non raggiungono in media i 20mila euro per contribuente. Soverato (CZ) è il primo comune della Calabria per reddito imponibile (media di 26.555 euro per dichiarante), seguito da Rende e Cosenza.
Veniamo adesso a dati concernenti la provincia di Catanzaro.
Nell’ambito della salute, si rilevavano alcuni aspetti positivi nella provincia di Catanzaro. Nel 2013 la vita media ammontava a 79,9 anni per gli uomini e a 84,8 per le donne, valori lievemente superiori rispetto alla media nazionale e in crescita rispetto al 2004 di oltre un anno per entrambi i sessi. Nel periodo 2008-2011 si osservava un decremento di oltre il 50% nei tassi di mortalità infantile. La mortalità per incidenti stradali è stata pari a 0,1 per 10.000 abitanti di età compresa tra 15 e 34 anni, inferiore al dato regionale e nazionale e in flessione rispetto agli anni precedenti.
Gli indicatori relativi all’istruzione definivano un quadro in miglioramento per quanto riguarda la presenza di diplomati e laureati nel comune di Catanzaro ma ancora deficitario per le competenze degli studenti e per il loro inserimento nel mercato del lavoro. Nel 2011 le persone in età 25-64 anni con almeno il diploma superiore rappresentavano una quota (67,8%) superiore nel comune di Catanzaro rispetto agli altri ambiti territoriali di riferimento; analoga situazione si registrava per le persone in età 30-34 anni che avevano conseguito il titolo universitario (32,3%).
Il tasso di uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione non era particolarmente elevato a Catanzaro: le persone di 18-24 anni che avevano conseguito solo la licenza media e non erano inserite in un programma di formazione erano il 12%. Viceversa nell’anno scolastico 2013/2014 il livello di competenza alfabetica degli studenti, con un valore pari a 182,6 punti nel comune capoluogo (185,4 per la componente femminile), risultava inferiore a quello misurato a livello nazionale.
Infine, nel 2011 a Catanzaro i giovani che non lavoravano e non studiavano (Neet) erano il 26,7%, valore superiore alla media nazionale ma più contenuto di quella regionale e ripartizionale.
I livelli di istruzione e di competenza influenzano le chance degli individui nella ricerca di un lavoro ma non possono certo compensare il deficit di opportunità occupazionali nell’attuale fase di crisi economica: nel 2013 nella provincia di Catanzaro erano occupate soltanto il 47,2% delle persone dai 20 ai 64 anni di età (3,9 punti percentuali in meno rispetto al 2008).
La componente femminile, oltre al tasso di occupazione pari ad appena il 35,6% (contro il 59,1 dei maschi), registrava anche un più alto tasso di mancata partecipazione al lavoro (il 45% contro il 31,3% dei maschi).
Anche in tema di sicurezza sul lavoro le dinamiche non erano positive: il tasso di infortuni mortali era pari a 4,9 casi ogni 100.000 occupati nel 2012, superiore al dato ripartizionale e nazionale e in aumento rispetto agli anni precedenti. Le persone che vivevano in famiglie senza occupati nel comune ammontavano al 9,9%, una quota inferiore a quella media calabrese e meridionale ma più elevata di quella nazionale.
Erano in crescita le sofferenze bancarie: nel 2013 il rapporto percentuale tra sofferenze ed impieghi bancari delle famiglie della provincia era pari al 6,7%. La sfera delle relazioni sociali si caratterizzava invece per la crescita significativa del settore non profit, anche se con dinamiche meno accentuate di quelle nazionali. La presenza di istituzioni non profit nel comune è aumentata in modo rilevante tra il censimento del 2001 e quello del 2011, passando da 56,2 a 71,6 per 10.000 abitanti, I volontari operanti nelle unità locali del non profit sono aumentati da 464,7 a 559,3 per 10.000 abitanti mentre si è ridotta la consistenza dei lavoratori retribuiti nelle cooperative sociali (da 41,9 a 24,7 per 10.000 abitanti).
Tabella distribuzione della popolazione 2021 – Lamezia Terme