L’attuale sindaco Mascaro come tutti i suoi colleghi che lo hanno preceduto, è un sindaco presenzialista. Non vorrei essere frainteso, ognuno gioca il suo ruolo politico (perchè di questo si tratta, non è un lavoro privato, è una investitura) come meglio crede.
Di solito, dopo le elezioni, giurano “sarò il sindaco di tutti, di quelli che mi hanno votato e anche di quelli che non lo hanno fatto”. Magari sarà per questo che subito dopo cominciano ogni giorno a portare saluti in qualsiasi cerimonia pubblica perchè vengono invocati e convocati dalla comunità.
Il “sindaco di tutti” diventa il “sindaco dovunque” comprese le tv. A queste presenze “saluti-ste” aggiungete le conferenze stampa di presentazione degli eventi e così raddoppiano. Per esempio presso il comune si tiene la conferenza stampa in cui si annuncia che in un dato giorno si terrà la Premiazione. Poi verrà effettuata la Premiazione e in entrambi i casi c’è il sindaco con uno o più assessori.
Capisco la ragione, non si può dire di no a qualcuno, a eventi culturali, mostre, esposizioni, convegni, inaugurazioni, manifestazioni, premiazioni, celebrazioni, messe, anniversari, processioni. Non si può dire di no a cittadini che tutte queste cose organizzano con impegno, dedizione, passione.
Avere il sindaco, annunciare la sua presenza, dargli la parola simbolicamente vuol dire che c’è l’Istituzione. Ma siccome una giornata è fatta di 12 ore, un sindaco quanto lavora dentro il comune e fuori per risolvere problemi?
O meglio, quanto lavorerebbe di più se vi aggiungesse questo tempo perso per fare il “simbolo”? Un amico veneziano quando Cacciari è stato sindaco di Venezia, due volte, mi raccontava che i veneziani sapevano benissimo che Cacciari andava per convegni e tv ma il suo “vice” era e faceva il sindaco effettivo stando in comune. Anzi, incontrandolo per le calli lo chiamavano “Sindaco” e a Cacciari “professore”.
Il guaio di Lamezia è stato sempre che i lametini non hanno mai saputo chi fosse il vice che facesse il sindaco vero mentre eleggono uno che se ne va in giro a parlare di tutto un pò, portando saluti. E quando c’è stato un “vice”, ad un convegno ritrovi uno accanto all’altro Sindaco, vice e assessore. Così il cittadino comune capisce che la cosa più importante di quella giornata per gli amministratori della città è stare là, insieme. Che “amministrare” o “governare una città” vuol dire presenziare, mostrarsi, stare in mezzo alla gente. Tanto poi, negli uffici, ci sono uno stuolo di impiegati con qualche dirigente (se mai ne sono rimasti) e il lavoro va avanti lo stesso come sempre senza la direzione di sindaco e assessori. Anzi, per la precisione sarebbe meglio dire: il lavoro va avanti lo stesso come sempre su impulso di qualche consigliere comunale che arriva negli uffici per disbrigare e sollecitare pratiche.