Notizia dell’ultima ora: “Quirinale, il centrodestra propone formalmente Berlusconi a Capo dello Stato” (La Repubblica, 14 gennaio 2022).
Da quanto si legge e si sente si sta avvicinando al Colle uno “tzunami”. “Meno male che Silvio c’è”!
Dietro c’è sempre lui, in agguato.
Il segretario del Ppe, Antonio Lopez, sostiene che “Una presidenza di Silvio Berlusconi con un capo di governo come Mario Draghi sarebbe imbattibile e promuoverebbe l’Italia ancora di più della già alta posizione di cui gode”.
Non conosco questo parlamentare, ma è probabile che quanto dichiarato, indubbiamente, è la risultante di qualche strategia concordata.
Come dare credito ad un “personaggio” di dubbia onestà che è stato garante della prostituzione e della corruzione, un uomo condannato in via definitiva per avere frodato il fisco, quindi derubato lo Stato? Come concedere fiducia ad un piduista che ha corrotto, per interessi personali, parlamentari e dirigenti ministeriali? Ed ancora, come dimenticare, fra i suoi sodali, Cesare Previti e Marcello Dell’Utri, entrambi condannati? Molto ancora ci sarebbe da evidenziare, ma bastano questi pochi ricordi per inquadrare un uomo che, a parer suo e dei suoi compagni di cordata, dovrebbe rappresentare l’Italia nel mondo.
E’ impensabile che “ghe pensi mi” possa ricoprire il ruolo di Presidente della Repubblica perché, a parte i demeriti del cavaliere patriota una sua elezione metterebbe in dubbio il pensiero e l’azione dell’ intero parlamento, dove il fronte del no, stando all’ ultime notizie, raccoglie sempre più adepti.
Anche se la politica riserva sempre amare sorprese, è auspicabile che i grandi elettori ricordino che il Capo dello Stato è il garante della Costituzione ed il rappresentante dell’Unità d’Italia e la sua elezione non può essere oggetto di camarille e giochi di squadra.
Individuino, invece, in modo libero, una persona particolarmente stimata per onestà, competenza, austerità, rettitudine e umiltà. In poche parole, un “Enrico de Nicola”, un “Luigi Einaudi”, un “Sandro Pertini”.
Vale la pena ricordare, a me stesso ed a chi ha poca memoria, che Enrico de Nicola, uomo apprezzato e stimato, originario di Torre del Greco, nel momento dell’insediamento giunse a Roma, in modo discreto, a bordo della sua auto privata, rifiutando anche il compenso di Capo dello Stato.
Ai “grandi elettori” un appello: onorate i Padri costituenti e cercate, guidati dal buon senso e con una ricca dose di amor patrio, di eleggere come futuro Presidente della Repubblica un uomo che sia in grado di bene rappresentare l’Italia nel Mondo.
Pensiamo al Sommo Dante ed alla sua concezione politica, strettamente connessa con la morale, tenendo in mente la famosa frase “DILIGITE IUSTITIAM QUI IUDICATIS TERRAM” (Amate la giustizia voi che siete chiamati a governare).