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IL CORONAVIRUS HA AUMENTATO NEL MONDO INTERO IL DIVARIO TRA RICCHI E POVERI
Il rapporto dell’ Oxfam, impegnata nella lotta alle disuguaglianze, affronta anche temi come la condizione delle donne e la disparità nell’accesso ai vaccini anti covid mentre big pharma, Pfizer, Moderna e Biontech, hanno realizzato utili per mille dollari al secondo. Solo l’1% dei vaccini ha raggiunto gli abitanti dei paesi a basso reddito dove il numero dei morti è circa il doppio di quelli dei paesi ricchi. Sempre più marcate ingiustizie ed iniquità anche nel nostro Paese dove si registra l’aggravamento dei divari economici e sociali preesistenti.

Mi piace iniziare questo scritto con una lirica di don Giulio Fazio, sacerdote feroletano, che nei suoi momenti letterari, con consueta religiosità e con grande sensibilità scriveva dei problemi della gente comune e delle differenze esistenti, fin dalla notte dei tempi, in tema di giustizia e d’uguaglianza.
Ve la propongo in vernacolo e, onde evitare incomprensioni, fornisco anche la traduzione.

Uguaglianza

Pàrranu de ggiustizia e dd’uguaglianza,
de diritti de pópuli dò mundu,
ma ggira, si te vache, ’a terra ntundu
e ddimme nduv’ ’a truavi ’st’uguaglianza.
Dimme nduve se vide ’u capu ’e statu
mangiare zzorbe cumu ’u zappature,
nduve truavi ca guàle su’ ’e misure
d’ ’a legge ppe nnu bbossu e nnu sciancàtu.
Cangiare ? E qquandu ? Quandu ppe ddispiaru
l’ùrtimu fhilu d’erba s’è ammusciàtu
e ccu nna cariòla s’è astutàtu
l’ùrtimu micciu vivu dò penziaru ?
Parlano di giustizia e d’uguaglianza
di diritti dei popoli del mondo
ma gira, se ti va, per tutto il mondo
e dimmi dove la trovi quest’uguaglianza.
Dimmi dove si vede un capo di stato
mangiare sorbe come uno zappatore,
e dove trovi che le misure della legge
sono uguali per un uomo importante e un disgraziato.
Cambiare? E quando? Quando per disperazione
l’ultimo filo d’erba s’è rinsecchito
e con una parolaccia s’è spenta
l’ultima fiammella ancora viva del pensiero?
Cambiare e quando, si chiede don Giulio: forse quando l’ultimo filo d’erba si è rinsecchito ed imprecando si spegne anche l’ultima fiammella del pensiero!
Mutatis mutandis, fatte le dovute distinzioni, Oxfam Italia, movimento globale di persone che vogliono eliminare l’ingiustizia della povertà ed il divario tra ricchi e poveri, denuncia come anche nei tempi pandemici che stiamo vivendo, la bilancia penda sempre e costantemente dalla stessa parte, anzi sembrerebbe che il malefico virus si sia alleato con i più forti tanto da connotare lo tsunami in atto come la pandemia della disuguaglianza”.
In questi primi due anni “covidizzati” dieci uomini, i più ricchi del mondo, hanno raddoppiato la loro ricchezza (da 700 a 1500 miliardi) al ritmo, cioè, di 15.000 dollari al minuto secondo! Nello stesso lasso temporale 163 milioni di persone sono cadute in povertà!Guida la top ten del 2021  Elon Musk  con 275 mld di dollari; chiude Steve Ballmer, poverino, con 107 mld.
In mezzo Arnault, Bezos, Gates, Page, Zucherberg, Ellison, Brin e Buffet.Tutti insieme detengono una ricchezza sei volte superiore al patrimonio del 40% più povero della popolazione mondiale, composto da 3,1 mld di persone.
Il solo Bezos, nei primi 21 mesi della pandemia ha accumulato circa 81 mld di dollari equivalenti al costo completo stimato della vaccinazione (due dosi e booster) per l’intera popolazione mondiale.  Forse è per avere più tempo per spendere questi soldoni che il fondatore di Amazon finanzia Altos Lab, una startup di tecniche di rigenerazione cellulare che dovrebbe consentire l‘allungamento della vita terrena di almeno cinquant’anni.Non resta indietro Big Pharma: Pfizer, Biontech e Moderna, in regime di monopolio, hanno realizzato utili per 1.000 dollari al secondo e creato cinque nuovi miliardari. Meno dell’1% della produzione di vaccini ha raggiunto le popolazioni dei paesi a basso reddito dove la percentuale di persone che muoiono è circa il doppio di quella dei paesi ricchi. Il basso reddito di quei territori ha, purtroppo, consentito la vaccinazione del solo 5% delle popolazioni.

Non si ferma l’analisi di Oxfam anzi a proposito del nostro “Belpaese” aggiunge che la pandemia ha aggravato le condizioni economiche delle famiglie italiane e rischia di ampliare a breve termine i divari economici. Nel primo anno della pandemia anche in Italia è cresciuta la concentrazione della ricchezza: l’1% che la detiene supera di oltre 50 volte quella detenuta dal 20% più povero dei nostri connazionali.

Insomma i 40 miliardari italiani più ricchi posseggono oggi l’equivalente della ricchezza netta del 30% degli italiani più poveri pari a 18 milioni di persone adulte. Oltre 1 milione di individui e 400 mila famiglie sono sprofondati in povertà.
Tra gli italiani più ricchi – patrimoni miliardari – troviamo Leonardo del Vecchio (Luxottica), Giovanni Ferrero (Nutella) e Stefano Pessina. New entry John Elkann, Sergio Stavanato, Giuliano e Marina Caprotti, Antonio ed Emma Marcegaglia, Nerio Alessandri, Simona Giorgetta, Enrico Preziosi, Marco e Veronica Squinzi.

Non è che si voglia fare i conti in tasca a chi ha accumulato, legittimamente, immense fortune, ma la pandemia ha messo in rilievo ed aggravato i problemi sociali, primo fra tutti la disuguaglianza che non è pura fatalità, ma lo inevitabile risultato di precise scelte politiche e di sistemi economici che hanno consentito ai ricchi di accrescere il loro stato patrimoniale perpetuando ingiustizie ed iniquità che “gridano al cielo” come sostiene Papa Francesco.

In effetti negli ultimi venti anni la forbice tra ricchi e poveri si è allargata a dismisura proprio per la scarsa attenzione che i governi nazionali hanno prestato e prestano alla redistribuzione della ricchezza, vero antidoto della disuguaglianza. Ed il nostro Paese, pur non essendo tra gli ultimi della classe, certamente non irradia splendida luce.

Il metodo universalmente riconosciuto per indicare l’equa distribuzione della ricchezza e le disuguaglianze nel mondo è ancora quello di Corrado Gini, statistico italiano. L’indice si muove fra 0 che indica la completa redistribuzione (tutti percepiscono lo stesso reddito) ed 1 che corrisponde alla massima concentrazione (un individuo controlla tutta la ricchezza nazionale). A volte l’indice di Gini viene moltiplicato per cento diventando così un valore tra 0 e 100, più facile da rappresentare graficamente.
Dalla analisi dello statistico italiano i paesi più diseguali sono in Africa (coefficiente superiore al 50) e nel centro-sud America. Tra il 30 ed il 35 sono compresi invece i paesi del sud Europa (Italia 33.4). Con il 20.9 la Slovacchia è il paese più egualitario al mondo. A livello globale l’Italia fa meglio di Stati Uniti ed Australia, però a livello europeo occupa la 23esima posizione su 27.

Non sto adesso a parlare degli strumenti di contrasto alle disuguaglianze, ma mi sia concesso di chiudere queste considerazioni riflettendo sul fatto che, indipendentemente dallo Stato, dalle bandiere, dai confini nazionali, ovunque nel mondo cosiddetto industrializzato i ricchi son diventati più ricchi e sempre meno e i poveri sempre più poveri e sempre di più.
La pandemia è stata solo il pretesto che ha messo ancora più in risalto quello che è chiaro da sempre e cioè che uguaglianza ed equità, letteralmente “che non differisce in nulla” la prima, “virtù per cui si dà a ciascuno ciò che gli è dovuto” la seconda, sono solo concetti totalmente staccati dalla realtà, astrattismi filosofici di cui piace infarcirsi la bocca, ma tali restano e cadono su loro stessi alla sola idea di esser messi in pratica.
Quando ero solo un ragazzo lessi senza capire a fondo “La fattoria degli animali”, novella allegorica di George Orwell: oggi, dopo tante primavere, mi sembra quanto mai emblematica la frase “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni animali sono più uguali degli altri.”
Del resto, parafrasando il pensiero di Churchill in merito ai grandi totalitarismi … il vizio di uno è la divisione ineguale dei beni, la virtù dell’altro è l’eguale condivisione della miseria… e in democrazia? Si prendono vizi e virtù dell’uno e dell’altro e si ottiene quello che abbiamo oggi.