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FATTI E FATTOIDI
A tutti i livelli imperversa un pan politicismo più ciarliero del solito proveniente dai soliti venditori di tappeti volanti e destinato quindi a rimanere tale.

Scrivevo non ricordo quando, ma certamente in tempi non sospetti, che la nostra è una regione nella quale fatti e fattoidi perdono la propria connotazione per cui alla fin fine la verità non si sa da quale parte stia. Eppure, generalmente, il fatto è un evento accaduto o la narrazione di un reale accadimento; diverso è il fattoide, metà fatto e metà invenzione, che matura nell’incontro di quattro amici al bar e trasformato in sonante, tangibile verità, a prescindere dai tempi, brevi o lunghi in dipendenza, questi, dal trovare il “centro di gravità permanente” – così caro a Battiato – che dovrebbe servire a “mai cambiare idea sulle cose e sulla gente”.

I fatti poi, a seconda della dipendenza, si classificano in naturali (ineluttabilità del fato) o umani se generati dall’umano cerebrum.  

Non la tiro più lunga di così, però tale premessa mi torna utile per dire che la costituzione della città di Lamezia Terme, utile per il riassetto territoriale e per lo sviluppo di tutti paesi gravitanti sulla piana di Sant’ Eufemia è stata, per tutto il gran parlare che si è fatto attorno ad essa, da fatto trasformato in un fattoide  di gigantesche  proporzioni, messo su e  sfruttato, per puri fini  elettoralistici, dai venditori di fumo che si sono succeduti ai vertici regionali in questi  ultimi cinquant’anni.

Imperversa a tutti i livelli, pertanto una sorta di pan politicismo più ciarliero del solito, animato da promesse scritte sull’acqua e sulla sabbia, proveniente dai soliti venditori di tappeti volanti e destinato quindi a rimanere tale.

Il “fenomeno” non risparmia le periferie e tra queste quella lametina dove sia a destra che a sinistra imperversa uno tsunami di notevole intensità. E così avviene che tra meeting, conferenze, interviste di comodo teleguidate, i lametini non hanno il tempo di annoiarsi.
Un esempio classico è costituito dal fatto che dopo anni è ancora viva e vegeta la diatribe tra l’attuale sindaco Mascaro e l’ex sindaco Gianni Speranza: infatti uno mena vanto, tra tutto il resto illuminato di immenso, di aver sanato le finanze dissestate del comune lametino, l’altro invece, documenti alla mano (la sentenza della Corte dei Conti, sezioni riunite di Roma) sostiene che di dissesto non c’era nemmeno l’ombra. Chi ne ha voglia può ascoltare l’ex sindaco Speranza cliccando sulla foto che vi appare.
Sta di fatto, comunque che malgrado il fiero cipiglio dell’avv. Mascaro, la città lametina sembra un’entità spenta, senza ambizioni, senza futuro, abulica e rinunciataria del ruolo che avrebbe dovuto ricoprire fin dalla sua nascita. Certo non gli si può addebitare il bad game dei vicini di casa, ma vivaddio Lamezia avrebbe bisogno in questo momento di un “condottiero” che la ponesse quanto meno comune capofila degli enti che si affacciano sulla piana di Sant’Eufemia ed ispiratrice di un condiviso sviluppo teso e coeso verso il turismo, l’agricoltura e la piccola e media industria.
Di contro non si può fare a meno di constatare che dopo sette mesi dalla sottoscrizione il sindaco Mascaro si accorge che 19 sindaci del comprensorio avevano sottoscritto un documento di impegno per l’istituzione del Distretto Turistico del Lametino per uno sviluppo comune, non solo turistico.

E’ per questa ragione che è nato il Comitato Lamezia Terme 4 Gennaio (data della fondazione della Città) che nell’incontro pubblico del 4 gennaio u.s. – Una nuova Città Un grande Comprensorio – preso atto delle supercazzole profuse dagli organi istituzionali e dall’assordante silenzio della amministrazione lametina, ha ribadito la necessità di ”aprire” ai comuni che si affacciano sulla piana di Sant’Eufemia e di adottare una politica di sviluppo turistico, agricolo e di piccola e media industria secondo la vocazione di ciascun comune aderente, senza intaccarne la sua autonomia, allo scopo di costruire percorsi unitari ed una programmazione sovracomunale integrata favorendo azioni e progetti sinergici e nominando all’uopo una sua delegazione guidata dal consigliere comunale di Curinga Pasquale Ferraro.

Dopo sette mesi dalla sottoscrizione – scrive il presidente del Comitato 4 gennaio, avv. Basilio Perugini – il sindaco di Lamezia Terme si accorge che 19 sindaci del comprensorio avevano sottoscritto un documento di impegno per l’istituzione del Distretto Turistico del Lametino per uno sviluppo comune, non solo turistico.

Tutte le problematiche cittadine, sia quelle relative al PSC sia quelle relative alla sanità, per non parlare di quelle tra l’altro relative all’aeroporto, alla nettezza urbana, al traffico ed alla manutenzione della viabilità, nonostante i vari interventi di Associazioni e Comitati civici sembra evidente che non costituiscano motivo di interesse per l’Amministrazione comunale.

L’Autorità amministrativa in tutte le sue ramificazioni avrebbe dovuto mostrare un minimo di attenzione verso la Città chiarendo le varie problematiche evidenziate nella sede naturale civica e cioè in Consiglio Comunale.

Chiarimenti che dovrebbero riguardare – prosegue l’avv. Perugini – ad esempio, il rapporto tra un consigliere comunale ed una decisione, incomprensibile a prima vista, riguardante un’area inserita nel PSC approvato.
Chiarimenti relativi al perché consiglieri comunali di opposizione, che avevano aspramente criticato il PSC, al momento del voto si sono astenuti o allontanati dall’Aula.
La mancanza di chiarezza esplicizzata pubblicamente nella sede naturale, il Consiglio Comunale, ne minerà irrimediabilmente la credibilità e la rappresentatività.
Altro argomento sul quale è viva l’attenzione della Città e del suo circondario è quello relativo alla sanità, nel momento in cui si sta per concludere il travagliato iter della fusione dei due mega ospedali di Catanzaro.
Il nostro Comitato, di conseguenza, si associa convintamente alla richiesta di Francesco Grandinetti di un pubblico dibattito sulla sanità in Consiglio comunale, anche se si teme che il disinteresse dell’Amministrazione si estenda anche a questa tematica.
Tema per il quale, invece, hanno dimostrato serio e pressante interesse i Sindaci del Lametino, comitati ed associazioni, che hanno evidenziato la necessità di una visione complessiva per l’intera area e non solo per il capoluogo della provincia.
Peraltro il Presidente della Regione nonché Commissario ad acta per la Sanità, dovrebbe operare in una visione più ampia che riguardi l’area centrale, tenuto conto che ha a disposizione risorse provenienti dai fondi costanti della sanità, immutate in questi anni e destinate all’assistenza sanitaria di tutta l’area.
In conclusione l’area dei comuni del lametino ha il diritto di conoscere il ruolo previsto per il presidio ospedaliero di Lamezia Terme, per quello di Soveria Mannelli e per il presidio ASP-INAIL.

Ha poi aggiunto l’avv. Perugini che “Il Presidente Commissario ha comunicato che la nuova azienda ospedaliera – universitaria di Catanzaro derivante dalla fusione dell’azienda sanitaria Pugliese-Ciaccio e dell’azienda Materdomini avrà una disponibilità di 870 posti letto, che sono la gran parte di tutti i posti letto prevedibili per l’intera area, ma non ha detto quale altra sanità ospedaliera rimarrà a disposizione dei cittadini.
E non ha neppure chiarito se la riorganizzazione sanitaria si limiterà a registrare la nuova azienda ospedaliera-universitaria oppure riguarderà pure le funzioni ospedaliero – territoriali in capo all’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro.
Sicuramente assieme all’ing. Grandinetti siamo pronti ad accogliere il governatore Roberto Occhiuto a Lamezia Terme per avere tutti i chiarimenti sull’argomento.

Certo non si respira nella nostra cittadina aria salubre e poiché la città annovera ripetute interruzioni delle amministrazioni comunali per inquinamenti, non ha bisogno di questi esempi. Pertanto l’amministrazione in carica deve sentire la necessità di far chiarezza alla popolazione, magari con un consiglio comunale aperto, difronte alla Città. Comunque ne riparleremo.